
Un orologio per scandire i freddi ritmi delle metropoli post-moderne. Il battito che simboleggia l’universo cyberpunk
alle soglie del nuovo millennio e della fine del mondo, un millennio
che, però, non fa paura ma viene analizzato freddamente, come quello che
sarà, come il mondo in cui l’individuo vivrà. La macchina non è
oppressione ma il catalizzatore di nuovi, artificiali stati mentali. E
questi sono generati e sostenuti all’interno del ciclo dell’assemblaggio della linea frontale.
La mente e la vita si fanno matrice di esperienze sensoriali e di
luoghi che divengono non-luoghi della post-contemporaneità, nei quali il
bit diventa...