venerdì 18 novembre 2011

Achtung Baby, gli U2 alla fine del mondo!

Achtung Baby 20 anniIl 18 novembre del 1991 usciva uno dei dischi più importanti degli anni '90 in ambito pop rock, Achtung Baby degli U2. Credo sarà piuttosto chiaro, man mano che si andrà avanti nella lettura di questo articolo, che il sottoscritto è legato a doppia mandata a questo disco. Iniziai ad ascoltarlo 19 anni fa, nel '92, quando avevo 12 anni e da allora mi ha sempre accompagnato. Fino a quell'età, come credo sia abbastanza normale, ero un normale adolescente che della musica prende solo quello che viene trasmesso dalle radio e dalle tv e poco più. Con l'arrivo degli U2 e di Achtung Baby la mia passione per la loro musica mi ha portato, pian piano, ad amare la musica tutta. Dopo 4 anni di "fanatismo" riuscii finalmente a vederli live per la prima volta a Campo Volo, in quel di Reggio Emilia, il 20 settembre del 1997 assieme ad altri 156.999 spettatori, durante il mastodontico PopMart Tour. Da quella fatidica data i loro concerti sono per me divenuti una meta fondamentale della quale non mi stancherò mai. E nonostante tutti gli anni trascorsi da allora è ancora vivido in me il ricordo della sera del 6 luglio '93, quando con mia sorella seguii la diretta su Stereo Rai (l'attuale Radio 2) dell'esecuzione dei primi tre brani dello ZooTv che si tenne allo Stadio Flaminio di Roma.

Achtung Baby è un disco controverso, oscuro, fuori dai canoni che hanno reso la band la più grande del panorama rock mondiale e riconfermandola tale. La storia di questo disco è particolarmente intricata ed ha il suo prologo a Dublino, il giorno di Capodanno del 1990. È l'ultima data del lunghissimo tour iniziato nel 1987 dopo l'uscita di The Joshua Tree e proseguito con quello che ha accompagnato l'uscita dell'album, e dell'omonimo film documentario, Rattle and Hum. La band è stanca, si sente quasi come un jouke box che esegue ormai in automatico i suoi brani storici. Sono esausti, demotivati, provati anche dalla critica (la quale nonostante i 2 milioni di copie venduti ha criticato aspramente Rattle and Hum), e ormai privi del collante che per anni li ha resi la più famosa pop rock band del pianeta, di quell'alchimia che ha reso unico quel "fuoco indimenticabile" chiamato U2. Hanno corso per le strade che non hanno nome in lungo e largo in tutto il mondo conoscendo e collaborando con artisti del calibro di B.B. King, Lou Reed e Bob Dylan, registrando nei leggendari Sun Studio di Menphis, eppure qualcosa si era spento. Bono, cantante e leader della band, si rivolge al pubblico ed esclama "abbiamo bisogno di una pausa per ritrovare noi stessi". Per quasi sei mesi, infatti, la band rimane separata, fino a quando il singer non propone ai propri compagni di andare insieme ad assistere alla fine di un era, quella segnata dalla caduta del muro di Berlino, pensando che questa ventata di cambiamento avrebbe potuto dar loro nuova linfa vitale. Nella capitale tedesca accaddero parecchie cose, da vere e proprie crisi ad aneddoti tragicomici, come ad esempio il ritrovarsi in una Berlino Est apparentemente triste, cosa che li portò a farsi qualche domanda del tipo "ma possibile che questi tedeschi non abbiano la minima idea di come si faccia una festa?", per poi accorgersi di essersi uniti erroneamente ad un corteo di oppositori all'unione delle due "germanie". "Ecco" esclama spiritosamente Bono "questo si che sarà uno scoop "Gli U2 contro la caduta del muro!", O addirittura quando lo stesso cantante si ritrovò completamente nudo a dover fare i conti con i vecchi proprietari dell'appartamento affidatogli per il soggiorno a Berlino Est che pretendevano, ora che finalmente dopo anni non c'erano più restrizioni ad impedire il loro ritorno, nel riprendere possesso della casa dalla quale rimasero lontani a causa dell'erezione del muro che avvenne mentre erano a lavoro. Nei giorni successivi, dopo essersi uniti ai cortei pro caduta del muro ed aver passato intere notti a festeggiare, si ritrovarono negli storici Hansa Ton Studios di Berlino, lo studio di registrazione dal quale è uscito il rock rivoluzionario di David Bowie, convinti che questa cosa li avrebbe aiutati a ritrovare la giusta motivazione, la giusta carica emotiva, la giusta ispirazione. Iniziarono a lavorare su delle scialbe bozze di brani che erano stati composti da The Edge (chitarrista) e Bono durante la pausa, ma c'era qualcosa che non andava. Bono ed Edge si erano avvicinati molto alla musica elettronica e avrebbero voluto che il loro nuovo disco ne fosse contaminato e che suonasse in qualche modo sperimentale, mentre Adam Clayton (basso) e Larry Mullen Jr. (batteria) e il produttore Daniel Lenois spingevano per rimanere sul classico sound U2. Questo portò ad enormi liti che fecero rischiare alle loro orde di fan di piangere la prematura scomparsa degli U2 come band. I brani non avevano "verve", erano privi di corpo, privi della magia che aveva reso unici album come The Unforgadeble Fire e The Joshua Tree. Mancava qualcosa. E quel qualcosa erano loro, il loro affiatamento, la loro coesione. Continuarono a lavorare su quelle bozze per settimane senza mai venirne a capo mentre l'atmosfera all'interno degli studi Hansa si faceva sempre più tesa. Avevano bisogno di una soluzione o di un risolutore. Continuando così avrebbero rischiato la rottura totale, il punto di non ritorno. Il risolutore fu proposto da Edge e il nome proposto fu quello del produttore che collaborava con loro da almeno 6 anni, lo stesso che in quegli Hansa Studios aveva aiutato Bowie a tirar fuori album come Heroes, Low e Lodger: l'ex Roxy Music Brian Eno. Eno riuscì a capire quali fossero le esigenze di entrambe le "fazioni" e riuscì a far tirar fuori le loro idee più strane e atipiche per il loro sound, dando però lo spunto per far sì che la loro musica rimanesse quella degli U2, ma in una versione estremamente sperimentale. Le registrazioni ed il montaggio dei brani furono terminate a Dublino. Gli Hansa Studios erano ormai diventati quasi la causa di quella crisi e di tutte le incomprensioni, e la voglia di tornare a casa si faceva sempre più insistente.

Rumori, suoni e voci distorte, campionamenti, tracce sovrapposte e quintali di effetti per chitarra iniziano a mischiarsi apparentemente senza senso a quelle bozze iniziali. Ciò che venne fuori dall'unire il vecchio sound alla sperimentazione sono le 12 tracce che compongono questo disco incredibile e sempre attualissimo anche a 20 anni di distanza dalla sua uscita.

Tutto in questo disco ha qualcosa di particolare, atipico, "strano". Non solo la musica, ma anche lo stesso nome (che fu scelto per spezzare la serietà dei temi trattati nelle liriche), i testi, la copertina, il booklet e il successivo tour. Insomma, tutto ha reso questo album unico. La copertina, ad esempio, è un collage di varie foto, dalle classiche foto della band a cose decisamente assurde e bizzarre come una foto di Adam Clayton completamente nudo, o dell'intera band con indosso abiti da donna e pesantemente truccata. Gli scatti furono tutti eseguiti da Anton Corbijn come ormai avveniva da anni. Ma la scelta dello scatto che avrebbe dovuto rivestire il ruolo di "antipasto" al disco fu davvero complessa, proprio per la scarsa "inquadrabilità" del sound che l'ascoltatore si sarebbe trovato davanti una volta inserito il cd nel proprio lettore, fino al momento in cui Bono propose di usare tutti gli scatti senza nessun particolare ordine. Stupire visivamente, oltre che musicalmente. E fu questo il motto che rese possibile anche la scenografia del tour di promozione del disco, il più imponente spettacolo live mai realizzato prima di allora nella storia del rock.

La band si svestì totalmente dagli abiti di cantori del folk irlandese condito dal rock e dal soul americano. Arrivarono i vestiti di pelle alla Elvis, gli abiti borchU2 Achtung Babyiati, i grossi occhiali da sole neri, i costumi di scena che fino ad allora erano stati accessori poco studiati, i vidiwall antesignani degli attuali maxi schermi, e non ultima la febbrile e sarcastica critica al sistema dell'informazione, della politica e della pubblicità.

Le 12 tracce del disco hanno un sound rivoluzionario per quelli che erano i canoni della musica moderna, del rock in modo particolare. Nessuno, fino ad allora, aveva osato tanto.
Bono riversa nelle liriche del disco, estremamente introspettive, tutto il proprio vissuto di quel periodo particolarmente pesante, traendo informazioni ed ispirazione da tutto ciò che aveva circondato lui e la band.

Uno dei capitoli più importanti dell'intero album, ma non solo, è sicuramente la terza traccia: One. One è stata lo spunto per il ritorno della passione e della coesione nella band, tanto da diventarne quasi il simbolo, ancora oggi immancabile presenza nella scaletta dei loro concerti.
È una ballata struggente il cui testo è aperto a varie interpretazioni. Uno dei suoi tre videoclip fu girato per una campagna contro l'AIDS (nel videoclip c'è un bisonte che corre solitario per poi cadere da una scogliera come a voler fungere da sinonimo per la solitudine che accompagna i malati di AIDS) e fu infatti questa una delle interpretazioni che fu data al brano, un sieropositivo che parla ad un genitore o ad un partner. Ma in One è nascosto l'amore che ognuno dei membri della band ha nei confronti dei propri compagni.



Le parole "Siamo una cosa sola ma non siamo uguali, dobbiamo sostenerci l'un l'altro" sono rivolte proprio a tutte quelle liti e a quelle discussioni che si sono verificate durante i lavori di registrazione del disco, in cui sono venute fuori fortemente, come mai fino ad allora, le profonde diversità trai membri della band. Ed è proprio da qui che si ricominciò a lavorare sodo. Edge entrò in studio ed iniziò a suonare i quattro accordi del brano. Gli altri lo seguirono e Bono iniziò ad improvvisarne il testo. Ascoltando infatti le "Kindergarten" del disco, le bozze dalle quali furono poi tirate fuori le varie canzoni del lavoro dato alle stampe, è palese che il cantato di One è l'unico ad essere rimasto identico alla versione poi incisa. Non un altra take con le stesse parole, ma la stessa identica take.

Gli altri capitoli particolarmente significativi del disco sono Until the end of the world e The Fly, oltre alla opening track Zoo Station che andrà a dare anche il nome al tour che seguì l'uscita del disco. Scritta come colonna sonora per l'omonimo film di Wim Wenders, Until the end of the world ha un testo che può, all'apparenza, sembrare un banale dialogo tra un playboy ed una ragazza dal cuore infranto, ma si dimostra solo una superficiale interpretazione. Nelle parole che Bono canta, ispirato dal libro Book of Judas del poeta irlandese Brendan Kennelly uscito quasi in concomitanza con Achtung Baby e del quale Bono stesso scrisse una accurata recensione sull'edizione irlandese del Sunday Press, c'è in realtà una ideale confessione che Giuda rilascia a Gesù dopo averlo tradito. The Fly è il primo singolo ad essere estratto dal disco. Dato che la band non tirava fuori un singolo da almeno 2 anni, sia Mtv che gran parte delle radio mondiali avrebbero mandato di continuo qualunque cosa gli U2 avrebbero fatto, e fu scelta The Fly per via della sua totale discrepanza con tutto ciò che i fan e la critica si sarebbero aspettati da un brano degli U2. Su suoni di chitarra distorti, Bono sussurra frasi strane e visionarie come "Non è un segreto che le stelle stanno cadendo dal cielo" o "L'universo è esploso per la bugia di un uomo". Nel videoclip del brano fa la sua prima comparsa il nuovo look della band assieme a Mr. The Fly, il personaggio che Bono interpreterà per tutta la durata della tournè, nel suo completo di pelle e con gli enormi occhiali neri che ricordano gli occhi di una mosca. Le tracce del disco si susseguono piacevolmente risultando tutte intense, intrise di sentimenti e di passioni. Dagli amori disperati raccontati in Who's gonna ride your wild horses, So Cruel o Love is Blindness alle macerie del comunismo delle ormai morenti Trabant*, di quella ormai desolata Berlino Est (Zoo Station) al proprio senso di inadeguatezza raccontato in Acrobat, unico brano del disco che la band non ha mai eseguito dal vivo il cui testo recita malinconico frasi come "Cosa faremo ora che tutto è già stato detto? Nessuna idea nuova qui, e tutti i libri sono stati letti. E devo essere un acrobata per parlare così e poi comportarmi nello stesso modo" e rabbiose accuse ai critici musicali come "…non lasciare che i bastardi ti schiaccino".

Il 29 febbraio del 1992 ha inizio l'avventura live che ha accompagnato l'uscita di Achtung Baby e successivamente quella di Zooropa ('93). Lo ZooTv, come anche Achtung Baby stesso, fu concepito per stupire totalmente il pubblico. Le idee che Bono ha per lo spettacolo sono particolarmente assurde. GigantesU2 ZooStation Tour Achtung Babychi schermi che proiettano le immagini più disparate, dalla band sul palco ripresa da telecamere posizionate in punti strategici a spezzoni di notiziari, alla pubblicità a qualunque altra cosa, e tutto questo perché Bono, durante la Guerra del Golfo, rimase particolarmente colpito dalle velocissime immagini trasmesse dalla CNN che bombardavano letteralmente lo spettatore, oltre, ovviamente, a mostrare i bombardamenti della coalizione su Bagdad. Sugli enormi schermi, oltre alle immagini, velocissime frasi senza alcun senso legato al concerto si sovrappongono e si ripetono di continuo. "Chiama tua madre", "Vorrei insegnare al mondo a cantare", "Tutti sono razzisti tranne te", "Tutto ciò che sai è sbagliato", "Guarda più TV" e la scritta a caratteri cubitali "LIE" (bugia), sono solo alcune di queste frasi. Bono voleva rappresentate, oltre all'uomo mosca, la caricatura del cittadino medio con in mano il proprio oggetto di potere e culto: il telecomando per cambiare canale alla tv.

Sul palco vennero appese alcune Trabant*, delle piccole utilitarie tedesco-orientali che gli U2 avevano visto buttate a marcire lungo le strade di Berlino Est (abbandonate e sostituite dal desiderio degli abitanti della regione sovietica della città di poter finalmente possedere una Volkswagen o un Audi), dalle quali sarebbero partiti alcuni dei fari che avrebbero illuminato lo stage. Dopo una spedizione nell'ormai abbandonato stabilimento della Trabant, Paul McGuinness, manager della band sin dai tempi di Boy ('80), tornò con un carico di automobiline bianche che presto sarebbero state affidate alle "cure" di svariati eclettici artisti di strada per esser decorate nei modi più strani e stravaganti. Oltre all'immenso palco principale, si decise di posizionare un secondo palco al centro della platea (esperimento riproposto anche nel PopMart Tour del '97, con "piccola" differenza che su quel palco c'entrale la band ci arrivava all'interno di una gigantesca palla stroboscopica) sul quale, dopo aver abbagliato ed ipnotizzato gli spettatori, avrebbero eseguito i loro classici più famosi in una situazione più raccolta ed intima in quello che era stato classico stile U2 fino ad allora.



Il tour durò 22 mesi e toccò le maggiori città del pianeta riempiendo palazzetti e stadi ed avendo come gruppi spalla nomi del calibro di Pearl Jam, Velvet Underground, Björk, P.J. Harvey, The Ramones, Primus e Einstuerzende Neubauten. E nell'estate del '93 in Italia si tennero ben 6 concerti dello ZooTv. Durante il tour accaddero anche cose straordinarie e fuori programma. Nel 1992 uscì Automatic for the people dei R.E.M. (altro album da avere ad ogni costo) e le due band ebbero occasione di collaborare per qualche apparizione fortuita con il nome di Automatic Baby, band composta della sezione ritmica degli U2 e da Michael Stipe e Peter Buck dei R.E.M.

La tournè è rimasta famosa ed incisa negli annali del rock non solo per la sua spettacolarità ma anche perché è stata una delle più fruttuose a livello economico nonostante la sua realizzazione abbia quasi mandato in bancarotta la band.

Dallo ZooTv in poi gli U2 hanno fatto dello show un punto di forza del loro successo. Nel 1997 il PopMart Tour, per la promozione di Pop, fece praticamente sfigurare lo ZooTv per imponenza, colori, ed effetti scenici indescrivibili con un impianto audio e video da un milione di watt e con un solo maxi schermo da 50 metri per 15. Ma anche il PopMart ha avuto la stessa sorte in quanto a scenografia. L'ultimo tour, il 360° per la promozione dell'ultimo lavoro No line on the horizont, è riuscito nell'incredibile successo di scavalcare lo spettacolo e l'imponenza offerti dal PopMart. E sono quanto mai curioso di sapere cosa ci riserveranno gli U2 per il futuro!

Per il ventesimo anniversario dell'uscita del disco è stata fatta una riAchtung Baby Deluxe Editionedizione in cinque differenti versioni che vanno da una semplice ristampa del disco fino ad arrivare ad una Deluxe Edition contente oltre ad Achtung Baby anche Zooropa, B-side, remix, le baby track di Achtung Baby, cioè le bozze di partenza del disco, 4 DVD, con tutti i videoclip dei due album, il concerto tenutosi a Sydney del 27 novembre 1993 e il documentario From the sky down che racconta la storia del disco, un libro da 84 pagine, 4 vinini, spille, adesivi e gli immancabili occhialoni da solo da Mr. The Fly. In uscita C'è anche una versione del disco in cui i brani sono eseguiti da artisti del calibro di Depeche Mode, Patti Smith, Nine Inch Nails, Snow Patrol, The Killers e Garbage.

Sinceramente credo che questo disco sia uno di quegli album fondamentali nella collezione di qualsiasi appassionato di musica in quanto è al di sopra del poter esser etichettato in qualche modo, potendo così raccogliere largo consenso tra gli ascoltatori più diversi, e a dimostrazione di ciò, questo disco può vantare ben oltre 18 milioni di copie vendute, oltre all'esser stato inserito dalla rivista Rolling Stone al 62° posto tra i 500 migliori dischi di tutti i tempi, e ad essere dichiarato dalla rivista Spin Magazine addirittura come il migliore e più influente album degli ultimi 25 anni.

Rischio sicuramente di ripetermi dicendolo, ma si tratta di un disco colmo di emozioni. Ascolarlo per scrivere questa retropettiva mi ha fatto riscoprire atmosfere commoventi anche nei brani come The Fly nei quali mai ci si aspetterebbe di trovare tale intensità, arrivando poi, man mano che il disco scorre, a perle nascoste sul fondo del disco come Acrobat e Love is blindess.

Spero ardentemente che Achtung Baby continui ad accompagnarmi per ancora tantissimi anni, magari "Until the end of the world"!

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