giovedì 10 marzo 2011

NICK DRAKE (Retrospettiva)

I know you, I love you
I’ll be your friend
I could follow you, anywhere
Even through solid air…

Nel 1973 John Martyn dedicava questa stupenda canzone, questa Poesia al suo amico Nick Drake che aveva ormai perso se stesso nel labirinto della sua mente. Una dichiarazione di amore fraterno. Nick era entrato troppo presto nella sua “solid air”, da cui è riuscito ad uscirne in maniera drammatica solo nella notte del 24 novembre del 1974, trovando riparo da se stesso, dai fantasmi della sua mente e dalla sua depressione in un flacone di medicinali, dopo aver vissuto appena 26 anni ed averci lasciato 3 dischi fondamentali.
Non penso abbia senso scrivere la sua biografia, la troverete dappertutto sul web, o descrivere tecnicamente le sue canzoni (non ardirei a farlo non avendone la competenza). Provo a parlarvi delle sue canzoni, delle sue parole, della sua poesia e di quel che può comunicare o, almeno quello che ha infuso e lasciato a me. Perché in tante delle sue canzoni c’è una parte di noi. Una parte che, magari, nascondiamo o cerchiamo di nascondere ma che riaffiora ogni volta che siamo soli con noi stessi o quando ascoltiamo (nuovamente) le parole che Nick ci ha lasciato in eredità…
La storia inizia con FIVE LEAVES LEFT, il mio preferito, un esordio che ha pochissimi eguali, di quelli che lasciano senza parole se non quelle che definiscono sensazioni semplici come bellezza, purezza, poesia… Basta far scendere la puntina sul primo solco del lato A e la dolcezza acustica invade la nostra stanza e la nostra anima:

Time has told me
You're a rare rare find
A troubled cure
For a troubled mind
And time has told me
Not to ask for more
Someday our ocean
Will find its shore...

Inizia così TIME HAS TOLD e capiamo subito quali territori siamo destinati a battere seguendo le orme di Nick. Un percorso alla ricerca della cura giusta per la (sua oppure la nostra?) mente senza requie, di oceani “erranti” che prima o poi, dovranno raggiungere la spiaggia di approdo, qualsiasi essa sia…
Nel disco viene utilizzato il fiume a rappresentazione della nostra esistenza con la storia di Betty che vi scende per parlare con l’uomo che vive lì, incerta se fuggire (da chi, da che cosa?) o rimanere. Pensate quanti, dopo di lui, hanno preso lo scorrere delle acque tra 2 argini a riferimento della propria vita:

Betty said she prayed today
For the sky to blow away
Or maybe stay
She wasn't sure...

Nick ci dice che bastano TRE ORE per liberarci da tutti, oppure meravigliarci o cadere:

Three hours is needed
To leave from them all
Three hours to wonder
And three hours to fall...

Il punto più alto e drammatico, il brano che più racchiude l’essenza delle “5 foglie rimaste” è DAY IS DONE. La visione pessimistica della vita da parte di Nick appare in tutta la sua drammaticità, sottolineata, oltre che dall’acustica di Nick, dagli archi che l’accompagnano sino al termine:

When the day is done
Down to earth then sinks the sun
Along with everything that was lost and won
When the day is done…
...When the party's through
Seems so very sad for you
Didn't do the things you meant to do
Now there's no time to start anew
Now the party's through...


Non una canzone ma un’emozione unica che si rinnova ad ogni ascolto.
Nel disco trovano ancora posto i pensieri di Mary Jane così come una canzone dedicata al(la ragazza che suona il) violoncello, oppure aperture “bucoliche” sugli alberi da frutto o sull’assolato sabato.
Un anno dopo è la volta di BRYTER LAYTER, disco più “brioso” (!), soprattutto a livello musicale in cui si affacciano accenni jazz e orchestrali e cori femminili… L’inizio è dettato dal minuto e mezzo strumentale intitolato, appunto, INTRODUCTION, seguito da un sorprendente brano “pop” dedicato ad HAZEY JANE che ritorna nei pensieri di Nick:

Let's sing a song
For Hazey Jane
She's back again in my mind
If songs were lines
In a conversation
The situation would be fine…

Stranamente, questa è la 2ª dedica rivolta a Hazey perché più avanti troveremo la 1ª. Una serie di interrogativi con, al termine, la voglia, che ritorna, di sparire, di volare via:

Can you tell if you're moving
With no mirror to see
If you're just riding a new man
Looks a little like me
Is it all so confusing
Is it hard to believe
When the winter is coming
Can you sign up and leave
Hey slow Jane, clear your eye
Slow, slow Jane, fly on by...

Ed il volo, quella liberazione così difficile, forse impossibile da raggiungere, dà vita ad un’intera canzone, FLY, appunto. Una accorata richiesta, ancora una volta:

Now if it's time for recompense for what's done
Come, come sit down on the fence in the sun
And the clouds will roll by
And we'll never deny
It's really too hard for to fly...

Il tema della ricerca di una propria identità, soprattutto nei rapporti con gli altri, è al centro del “valzer” intitolato ONE OF THESE THINGS FIRST :

I could have been your pillar, could have been your door
I could have stayed beside you, could have stayed for more
Could have been your statue, could have been your friend
A whole long lifetime could have been the end
I could be yours so true
I would be, I should be through and through
I could have been
One of these things first
I could have been
One of these things first...

I cori femminili ed i ritmi jazzati si affacciano in POOR BOY, forse la più autobiografica e, in fondo, desolatamente ironica:

…Never know what I came for
Seems that I've forgotten
Never ask what I came for
Or how I was begotten… … Oh poor boy
So worried for his life
Oh poor boy
So keen to take a wife…

Se in FIVE LEAVES LEFT la vetta era stata DAY IS DONE, qui troviamo la più bella e struggente canzone d’amore mai scritta da Nick e, a mio parere, di tutta la storia della musica, sia per l’emotività trasmessa dalle parole che per l’armonia della musica:

I never felt magic crazy as this
I never saw moons, knew the meaning of the sea
I never held emotion in the palm of my hand
Or felt sweet breezes in the top of a tree
But now you're here
Brighten my northern sky

I've been a long time that I'm waiting
Been a long that I'm blown
I've been a long time that I've wandered
Through the people I have known
Oh, if you would and you could
Straighten my new mind's eye

Would you love me for my money
Would you love me for my head
Would you love me through the winter
Would you love me 'til I'm dead
Oh, if you would and you could
Come blow your horn on high

I never felt magic crazy as this
I never saw moons knew the meaning of the sea
I never held emotion in the palm of my hand
Or felt sweet breezes in the top of a tree
But now you're here
Brighten my northern sky


Se ritenete questa mia affermazione esagerata, beh, allora o non avete mai ascoltato NORTHERN SKY (correte, quindi, ai ripari) oppure il vostro cuore si è fermato e non ve ne siete accorti… Ascoltatela, magari, in A SKIN TOO FEW, il DVD in cui vari personaggi, tra cui JOE BOYD, il produttore, oppure la sorella GABRIELLE, raccontano dell’animo tormentato del nostro amico Nick. Il brano è associato ad immagini dei paesaggi e del cielo del nord, spettatori dello sguardo di Nick, e dello stesso Nick bambinetto con la sorella ed i genitori in una gita al mare. Commovente.
Agli inizi del 1972, esce l’atto conclusivo, il testamento di Nick.
PINK MOON è un’opera minimale. 10 rintocchi della durata complessiva di meno di mezz’ora, che preludono all’oblio. Nick si raggomitola nelle sue parole, cantate solamente con la sua chitarra acustica, qualche nota di piano e la disperazione, precedentemente nemica, che è diventata sua amica, e che si è appropriata della sua stessa vita. Nick ci va a braccetto verso l’atto finale e permea l’intera durata del disco a partire dalla luna rosa, rosa, rosa, rosa, rosa:

Saw it written and I saw it say
Pink moon is on its way
And none of you stand so tall
Pink moon gonna get you all
And it's a pink moon...


oppure la seguente A PLACE TO BE:
...And I was strong, strong in the sun
I thought I'd see when day is done
Now I'm weaker than the palest blue
Oh so weak in this need for you...

in cui Nick cita DAY IS DONE, quasi ad indicarci che il cerchio si sta per chiudere.
In ROAD continua la ricerca di sé stesso mentre gli altri sono già proiettati verso le stelle:

You can take the road that takes you to the stars now
I can take the road that'll see me through
I can take the road that'll see me through
I can take the road that'll see me through...

Richieste senza risposte ad un possibile amore in WHICH WILL:

Which will you go for
Which will you love
Which will you choose from
From the stars above
Which will you answer
Which will you call
Which will you take for
For your one and all
And tell me now
Which will you love the best...

Il resto dei brani è sullo stesso doloroso piano con una citazione particolare per l’ennesima dichiarazione d’amore di KNOW:

Know that I love you
Know I don't care
Know that I see you
Know I'm not there...

e per quella che mi piace definire la sua versione di “ED E’ SUBITO SERA” che porta il titolo di HARVEST BREED:

Falling fast and falling free
You look to find a friend
Falling fast and falling free
This could just be the end
Falling fast you stoop to touch
And kiss the flowers that bend
And you're ready now
For the harvest breed...

Oltre ai 3 dischi dati alle stampe in vita, di Nick sono uscite raccolte di inediti e varie pubblicazioni postume, alcune di importante valore artistico ed altre discutibili, come spesso capita per coloro che muoiono troppo presto, lasciando un vuoto incolmabile nei propri fans, i quali comprerebbero anche la registrazione dei primi vagiti del proprio idolo…
L’unica che mi preme citare è TIME OF NO REPLY che contiene BLACK EYED DOG, brano oscuro come gli occhi del cane del titolo:

A black eyed dog he called at my door
The black eyed dog he called for more
A black eyed dog he knew my name
A black eyed dog he knew my name
A black eyed dog
A black eyed dog
I'm growing old and I wanna go home
I'm growiing old and I don't wanna know
I'm growing old and I wanna go home
A black eyed dog he called at my door
A black eyed dog he called for more

Come detto,un pugno di pillole antidepressive ci ha tolto la gioia di averlo ancora tra noi a cantare di lune rosa e di cieli del nord, delle nostre sensazioni nel momento in cui il giorno finisce oppure dell’uomo che vive nelle vicinanze del fiume, ma, fortunatamente, non è riuscito a portarci via la sua poesia. E meno male perchè come ha scritto “qualcuno” in una sua recente canzone:

And like lonely bus stop women said
'Without poetry it's like we're dead'

…senza poesia è come se fossimo morti.

God bless you, Nick, wherever you are…

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